Lo metterei a tutti quei prof. che si rifiutano di guardare a un palmo dal loro naso e che si ostinano a non volersi minimamente immedesimare nelle realtà che hanno davanti. Non immaginavo, o forse non ricordavo, quanta sofferenza può provare un adolescente. Età di spensieratezza e gaia incoscienza? Macchè. Sono solo ex bambini che si comportano come adulti consumati e goffi, ma che spesso si ritrovano soli, la maggior parte a vivere in famiglie allargate (per lo più frantumate) e a farsi compagnia con Messenger. Mi fanno tenerezza quelli che ancora temono la reazione dei genitori alla consegna delle pagelle o agli incontri scuola-famiglia, che si mettono le mani tra i capelli se hanno preso una nota, perchè la maggior parte di loro se ne infischia e sa che mamma e papà difenderanno sempre il loro figlio da quei mostri di professori che ce l'hanno con lui. Eppure sento che la colpa è soprattutto nostra. Potremmo creare in aula un ambiente sereno e favorevole, stimolante, che risvegli la naturale curiosità dei ragazzi, il loro impeto e l'entusiasmo che hanno nei confronti della vita. So per esperienza fatta alla SSIS che qualsiasi materia si può insegnare facendo in modo che l'impegno diventi divertimento e soddisfazione personale, ma ciò implica, da parte nostra, uno sforzo enorme in fatto di ricerca di strategie, materiali, progetti e metodologie efficaci. E la valutazione, mamma mia, è un'arte difficile, perchè dobbiamo guardare alla persona nella sua interezza, alla sua crescita globale, ma soprattutto ai progressi che il ragazzo è riuscito a compiere nel tempo, tenendo conto anche di un numero piuttosto alto di variabili. Se pensate che fare ciò sia semplice, vi sbagliate. Oggi pomeriggio, durante i consigli di classe, una prof. d'italiano si ostinava a voler mettere 7 in condotta ad un'alunna affetta da iperattività certificata da equipe specialistica. Alla fine di una lunga ed estenuante discussione, ha avuto il coraggio di dire, nei riguardi di questa ragazza, che il suo unico problema era quello che doveva imparare "a stare al suo posto". Per fortuna, alla fine l'abbiamo vinta noi altri, la partita: 8 in condotta all'alunna e la prof., domani, accompagnata dai figli!